Dopo tanti anni, finalmente abbiamo anche un’edizione italiana di questa guida alla distribuzione TEX Live. Vorrei premettere che, per garantirne il completamento entro l’uscita di TEX Live 2009, mi sono fatto in quattro destinando praticamente ogni attimo libero a questo lavoro; ho tenuto sempre acceso il computer, con l’editor aperto e, spesso, passandoci davanti, mi fermavo a tradurre una sola frase o addirittura una sola parola pur di non restare fermo.
Ovviamente il risultato è un lavoro fatto con i piedi, uno stile incoerente, parti che nemmeno io riesco a capire, errori di battitura e di grammatica. Di tutto questo chiedo scusa. Però, adesso, il grosso dello sforzo è stato fatto e revisionare periodicamente questa guida per limarla e migliorarla sarà un’opera di gran lunga più semplice.
Purtroppo, ho mancato l’appuntamento con TEX Live 2010 e la guida lì presente era la stessa del 2009, con tutti i suoi difetti. Questa volta, per l’edizione 2011, mi sono impegnato un po’ di più, ho ripreso l’intero lavoro, l’ho aggiornato prima con le modifiche del 2010 e quindi con quelle del 2011, ho corretto una valanga di errori e ritradotto frasi che con l’italiano avevano davvero poco a che vedere.
Ovviamente ci saranno ancora tanti errori, frasi incomprensibili, incoerenze e chi più ne ha più ne metta, ma spero nuovamente che il mio piccolo contributo a TEX sia apprezzato. Potete contattarmi per qualunque cosa, aiuti, suggerimenti, correzioni, all’indirizzo marco.pallante@gmail.com.
Vorrei dedicare questo lavoro alla mia città.
Marco Pallante
L’Aquila, 20 giugno 2011.
Questo documento descrive le caratteristiche principali della distribuzione TEX Live — TEX e i programmi ad esso correlati per i sistemi GNU/Linux e altre versioni di Unix, Mac OS X e Windows.
Potete ottenere TEX Live scaricandola, oppure sul DVD TEX Collection, che i gruppi di utenti TEX distribuiscono ai propri membri, o in altri modi. La sezione 2.1 descrive brevemente il contenuto del DVD. Sia TEX Live che TEX Collection sono progetti cooperativi dei gruppi di utenti TEX. Questo descrive principalmente TEX Live.
TEX Live include gli eseguibili per TEX, LaTeX2e, ConTEXt, Metafont, MetaPost, BibTeX e molti altri programmi, una vasta collezione di macro, font e documentazione e il supporto per la composizione tipografica in molti diversi alfabeti provenienti da tutte le parti del mondo.
Per un breve riassunto dei principali cambiamenti in questa edizione di TEX Live, consultate la fine di questo documento, sezione 10 (p. 75).
TEX Live contiene gli eseguibili per molte piattaforme basate su Unix, inclusi GNU/Linux, Mac OS X e Cygwin. I sorgenti inclusi possono essere compilati per quelle piattaforme per le quali non forniamo i binari.
Per quanto riguarda Windows: Windows XP e successivi sono supportati. Windows 2000 probabilmente continuerà a funzionare quasi del tutto. Non ci sono specifici eseguibili a 64-bit per Windows, ma quelli a 32-bit dovrebbero funzionare sui sistemi a 64-bit.
Consulta la sezione 2.1 per scoprire soluzioni alternative per Windows e Mac OS X.
È possibile installare TEX Live dal DVD oppure attraverso Internet (http://tug.org/texlive/acquire.html). Il programma di installazione via rete è piccolo e scarica tutto ciò che è necessario da Internet.
Il programma di installazione nel DVD vi permette l’installazione su un disco locale. Non è possibile eseguire TEX Live direttamente dal DVD TEX Collection (o dalla sua immagine .iso), ma potete preparare un’installazione pronta per l’uso su, per esempio, una pennetta USB (consultate la sezione 5). L’installazione è descritta nelle prossime sezioni (p. 12), ma eccone un rapido accenno:
Sulla base delle nostre conoscenze, i programmi centrali di TEX sono (e sono sempre stati) estremamente robusti. Tuttavia, gli altri programmi in TEX Live potrebbero non raggiungere lo stesso livello, nonostante il massimo impegno di tutti. Come sempre, dovreste essere attenti nell’eseguire i programmi su documenti di origine inaffidabile; per la massima sicurezza, eseguiteli in una nuova sotto directory.
Questo bisogno di attenzone è particolarmente pressante sotto Windows, dato che generalmente Windows cerca i programmi nella directory attuale prima che in qualunque altra posizione, indipendentemente dal percorso di ricerca. Questo comportamento crea un’ampia varietà di possibili attacchi. Abbiamo chiuso molte falle, ma indubbiamente alcune ne rimangono, soprattutto con i programmi di terze parti. Perciò raccomandiamo di controllare la presenza di file sospetti nella directory attuale, soprattutto quella di eseguibili (binari o script). Normalmente questi non dovrebbero essere presenti e senza alcun dubbio normalmente non dovrebbero essere creati semplicemente elaborando un documento.
Infine, TEX (e i programmi che lo accompagnano) è capace di creare nuovi file quando elabora i documento, una funzionalità che può anche essere abusata in una grande quantità di modi. Di nuovo, elaborare documenti sconosciuti in una nuova sotto directory è la cosa più sicura.
La comunità TEX è attiva ed amichevole e le domande più importanti finiscono per ricevere una risposta. Tuttavia il supporto è informale, offerto da volontari e lettori casuali, per cui è particolarmente importante fare la propria parte prima di chiedere (se preferite un supporto commerciale garantito, potete rinunciare del tutto a TEX Live e ordinare il sistema di un fornitore; alla pagina http://tug.org/interest.html#vendors trovate un elenco).
Ecco una lista di risorse, approssimativamente nell’ordine in cui noi raccomandiamo di usarle:
L’altra faccia della medaglia è aiutare coloro che hanno domande. Sia comp.text.tex che texhax sono aperte a chiunque, quindi sentevi liberi di unirvi, iniziare a leggere e dare una mano dove potete.
Questa sezione descrive i contenuti di TEX Live e della TEX Collection di cui è parte.
Il DVD TEX Collection include quanto segue:
CTAN e protext non seguono le stesse condizioni di licenza di TEX Live, per cui fate attenzione nel ridistribuirli o modificarli.
Segue un breve elenco e una descrizione delle directory primarie in un’installazione di TEX Live.
I programmi del sistema TEX, raggruppati per piattaforma.
Una rapida panoramica e collegamenti utili per TEX Live, in varie lingue, sia in HTML che in formato testuale.
I sorgenti di tutti i programmi inclusi, comprese le distribuzioni TEX basate su Web2C.
Il percorso principale; vedi TEXMFDIST sotto.
Script, programmi e dati per l’amministrazione dell’installazione e per il supporto specifico di Windows.
In aggiunta alle precedenti directory, gli script di installazione e i file README (in varie lingue) si trovano nella directory della distribuzione.
Per quanto riguarda la documentazione, i collegamenti nel file doc.html possono risultare utili. La documentazione per quasi tutto (pacchetti, formati, font, programmi, pagine di manuel, file Info) si trova in texmf-dist/doc. Potete usare il programma texdoc per trovare la documentazione, ovunque sia collocata.
Questa stessa documentazione di TEX Live si trova in texmf-dist/doc/texlive, disponibile in varie lingue:
Questa sezione elenca le variabili predefinite che specificano i percorsi dentro texmf usati dal sistema, il loro scopo e la strutturazione predefinita di TEX Live. Il comando tlmgr conf mostra i valori di queste variabili, così che sia possibile scoprire con facilità come queste siano riferite alle specifiche directory nella propria installazione.
Tutti i percorsi, inclusi quelli personali, dovrebbero seguire la Struttura delle Directory di TEX (TEX Directory Structure, TDS, http://tug.org/tds) con tutta la sua miriade di sotto directory, altrimenti i file potrebbero non essere trovati. La sezione 3.4.6 (p. 42) descrive ciò con maggior dettaglio.
Il percorso che contiene quasi tutti i file nella distribuzione originale — file di configurazione, script, pacchetti, font, ecc (l’eccezione principale sono gli eseguibili per ciascuna piattaforma, che sono contenuti in un percorso adiacente bin/).
Il percorso che un amministratore può usare per l’installazione di macro, di font, ecc., aggiuntivi o aggiornati nel proprio sistema, in modo che siano disponibili per tutti gli utenti.
Il percorso che ciascun utente può usare per la propria installazione personale di macro, font, ecc., aggiuntivi o aggiornati. L’espansione di questa variabile si adatta dinamicamente per ciascun utente alla directory individuale dell’utente stesso.
Il percorso relativo a ciascun utente usato dai programmi texconfig, updmap e fmtutil per memorizzare i dati di configurazione modificati.
Il percorso relativo all’intero sistema usato dai programmi texconfig-sys, updmap-sys e fmtutil-sys per memorizzare i dati di configurazione modificati.
Il percorso relativo a ciascun utente usato da texconfig, updmap e fmtutil per memorizzare i dati generati durante l’esecuzione, come i file dei formati e le mappe per i font.
Il percorso relativo all’intero sistema usato da texconfig-sys, updmap-sys, fmtutil-sys ed anche da tlmgr per memorizzare i dati generati durante l’esecuzione, come i file dei formati e le mappe per i font.
I percorsi usati da ConTEXt MkIV e LuaLATEX per memorizzare i dati generati durante l’esecuzione; il valore predefinito è TEXMFSYSVAR, oppure (se non si hanno i permessi di scrittura) TEXMFVAR.
La strutturazione predefinita è:
Un’edizione precedente.
L’attuale edizione.
Esebuibili per GNU/Linux
Eseguibili per Mac OS X
Eseguibili per Windows
TEXMFDIST e TEXMFMAIN
TEXMFSYSVAR, TEXMFCACHE
TEXMFSYSCONFIG
TEXMFLOCAL, pensato per essere mantenuto tra diverse edizioni.
Dati privati generati e di configurazione per un’edizione precedente.
Dati privati generati e di configurazione per l’attuale edizione.
TEXMFVAR, TEXMFCACHE
TEXMFCONFIG
TEXMFHOME Macro personali, ecc.
Lo sviluppo dell’originale TEX di Knuth è congelato, se si escludono rare correzioni di bug. È presente in TEX Live come tex e vi rimarrà nel prossimo futuro. TEX Live contiene anche diverse versioni estese di TEX (note anche come motori TEX):
Seguono alcuni altri programmi di uso comune inclusi in TEX Live:
supporto per la bibliografia.
supporto per gli indici.
converte i DVI in PostScript.
programma di anteprima dei DVI per l’X Window System.
tagliano ed incollano le pagine contenute nei file DVI.
converte i DVI in PDF, un approccio alternativo a pdfTEX (citato in precedenza).
programmi di manipolazione dei PostScript.
programmi di manipolazione dei PDF.
processore ConTEXt e PDF.
tex4ht: convertitore da (LA )TEX a HTML (e a XML ed altro ancora).
Per cominciare, procuratevi il DVD TEX Collection oppure scaricate l’installatore di rete di TEX Live. Consulate http://tug.org/texlive/acquire.html per maggiori informazioni ed altri metodi per ottenere il software.
Indipendentemente dall’origine, viene eseguito lo stesso programma di installazione. La differenza più evidente tra i due è che con l’installatore di rete riceverete i pacchetti che sono disponibili al momento. Questo contrasta con le immagini DVD e ISO, che non vengono aggiornate tra le principali versioni pubbliche.
Se avete la necessità di usare un proxy, usate un file ~/.wgetrc o le variabili d’ambiente con le impostazioni proxy per Wget (http://www.gnu.org/software/wget/manual/html_node/Proxies.html). TEX Live usa sempre il Wget di GNU per il download. Ovviamente questo non ha importanza se state installando dal DVD o da un’immagine ISO.
Le sezioni seguenti spiegano l’avvio dell’installazione in maggiore dettaglio.
Di seguito, > denota il prompt della shell; l’input dell’utente è in grassetto. Il programma install-tl è uno script Perl. Il modo più semplice per avviarlo su un sistema compatibile Unix è il seguente:
Per eseguire l’installazione nella modalità GUI avanzata (figura 3) avete bisogno del modulo Perl::TK) compilato con il supporto per XFT, che avviene normalmente con GNU/Linux, ma non altrettanto spesso altri sistemi. Detto questo, potete eseguire:
Per un elenco completo delle diverse opzioni:
Attenzione riguardo i permessi Unix: La tua umask nel momento dell’installazione sarà rispettata dall’installatore di TEX Live. Quindi se vuoi che l’installazione sia usabile da altri utenti oltre che te, sii sicuro che le tue impostazioni siano permissive a sufficienza, per esempio, umask 002. Per ulteriori informazioni riguardo umask, consulta la documentazione del tuo sistema.
Considerazioni speciali per Cygwin: Diversamente da altri sistemi Unix-compatibili, Cygwin non è preimpostato per includere tutti i programmi di cui l’installatore di TEX Live ha bisogno. Consulta la sezione 3.1.4.
Come accennato nella sezione 2.1, abbiamo preparato una distribuzione separata per Mac OS X chiamata MacTEX (http://tug.org/mactex). Su Mac OS X raccomandiamo di usare l’installatore nativo di MacTEX al posto dell’installatore di TEX Live in quanto quello nativo esegue alcuni aggiustamenti specifici per il Mac, in particolare per consentire con semplicità il passaggio tra le varie distribuzioni TEX per Mac OS X (MacTEX, Fink, MacPorts, …) usando la cosiddetta struttura dati TEXDist.
MacTEX è strettamente basato su TEX Live e le rispettive strutture delle directory e gli eseguibili sono esattamente gli stessi. Il primo aggiunge alcune ulteriori cartelle con documentazione e applicazioni specifici per il Mac.
Se state usando il file zip scaricato e decompresso, oppure se l’installatore su DVD non si avvia automaticamente, fate doppio clic su install-tl-windows.bat. Per ottenere maggiori opzioni di configurazione, come la selezione di specifiche collezioni di pacchetti, lanciate install-tl-advanced.bat.
Potete avviare l’installatore anche dal prompt dei comandi. Qui sotto, > denota il prompt; l’input dell’utente è in grassetto. Se vi trovate nella cartella dell’installatore, eseguite semplicemente:
In aternativa potete lanciarlo con un percorso assoluto, come:
Per installare in modalità testuale, usate:
Per un elenco completo delle diverse opzioni:
Prima di iniziare l’installazione, usate il programma setup.exe di Cygwin per installare i pacchetti perl e wget, a meno che non lo abbiate già fatto. I seguenti pacchetti aggiuntivi sono raccomandati:
La figura 2 mostra la schermata principale della modalità testuale sotto Unix. L’installatore testuale è quello predefinito sotto Unix.
Questo è soltanto un installatore a riga di comando; non c’è alcun supporto per il movimento del cursore di inserimento. Ad esempio, non potete muovervi tra le caselle di spunta o i campi di inserimento. Voi semplicemente digitate qualcosa al prompt (MAIUSCOLE e minuscole sono differenti), premete il tasto Invio e l’intera schermata del terminale sarà aggiornata, con il contenuto alterato.
L’interfaccia dell’installatore testuale è così primitiva per una ragione: è progettata per funzionare sul maggior numero di piattaforme possibile, anche con una versione minimale di Perl.
La figura 3 mostra l’installatore grafico avanzato sotto GNU/Linux. Al di là dell’uso di pulsanti e menu, questo installatore non differisce di molto da quello testuale.
Questa modalità può essere invocata esplicitamente tramite
Sotto Windows, l’azione predefinita è di eseguire il più semplice metodo di installazione che potessimo escogitare, chiamato “installazione guidata”. Questa installa tutto e praticamente non pone domande. Se volete personalizzare la vostra installazione, dovete lanciare uno degli altri installatori.
Su altre piattaforme, questa modalità può essere invocata esplicitamente con
L’installatore è pensato per essere perlopiù autoesplicativo, ma seguono alcune note riguardo varie opzioni e sottomenu.
La figura 5 mostra il menu delle architetture in modalità testuale. Di base, saranno installati solo gli eseguibili per la propria piattaforma attuale. Da questo menu si può selezionare l’installazione dei binari anche per altre piattaforme. Questa opzione è utile se si condivide un’installazione di TEX in una rete di macchine eterogenee, oppure per una macchina con due sistemi operativi.
La figura 6 mostra il menu degli schemi di TEX Live; da qui potete scegliere uno “schema”, che è un insieme di collezioni di pacchetti. Questo è lo schema raccomandato, ma potete anche scegliere basic per un sistema piccolo, minimal per scopi di prova e medium o teTeX per una via di mezzo. Ci sono anche ulteriori schemi specializzati e specifici per particolari paesi.
Potete rifinire la vostra scelta dello schema con i menu “Collezioni” (figura 7, mostrati, per cambiare, in modalità GUI).
Le collezioni stanno ad un livello di dettaglio maggiore rispetto agli schemi — in pratica, uno schema consiste in varie collezioni, una collezione consiste in uno o più pacchetti e un pacchetto (la più piccola forma di raggruppamento in TEX Live) contiene i file con le macro TEX, i font e così via.
Se desiderate un controllo maggiore di quello fornito dal menu delle collezioni, potete usare il programma TEX Live Manager (tlmgr) dopo l’installazione (cfr. la sezione 6); tramite tale programma, potete controllare l’installazione al livello di dettaglio dei singoli pacchetti.
La strutturazione predefinita è descritta nella sezione 2.3, p. 8. La posizione predefinita di installazione di TEXDIR è /usr/local/texlive/2015 sotto Unix e %SystemDrive%\texlive\2013 sotto Windows. Questa configurazione permette di avere molte installazioni parallele di TEX Live, ad esempio una per ogni edizione (tipicamente per anno, come qui) e di passare tra di loro semplicemente modificando il vostro percorso di ricerca.
La directory di installazione può essere modificata impostando la cosiddetta TEXDIR nel programma di installazione. La schermata GUI per questa ed altre opzioni è mostrata nella figura 3. Tra le ragioni più comuni per cambiarla ci sono la mancanza di spazio su disco sufficiente in quella partizione (l’intera TEX Live richiede diversi gigabyte) o la mancanza di permessi di scrittura per la posizione predefinita (non è necessario essere root o amministratori per installare TEX Live, ma avrete bisogno dei permessi di scrittura sulla directory di destinazione).
Le directory di installazione possono essere modificate anche impostando una varietà di variabili d’ambiente prima di eseguire il programma di installazione (molto probabilmente TEXLIVE_INSTALL_PREFIX o TEXLIVE_INSTALL_TEXDIR); consultate la documentazione tramite install-tl --help (disponibile online su http://tug.org/texlive/doc/install-tl.html) per la lista completa e per maggiori dettagli.
Una ragionevole scelta alternativa è una directory all’interno della vostra home, soprattutto se sarete gli unici utilizzatori. Usate ‘~’ per specificare la vostra home, come ad esempio in ‘~/texlive/2015’.
Raccomandiamo di includere l’anno nel percorso, così da poter tenere diverse edizioni di TEX Live fianco a fianco (potete anche mantenere un nome indipendente dall’edizione, come /usr/local/texlive-cur, sotto forma di collegamento simbolico, di cui modificare la destinazione dopo aver provato la nuova edizione).
Modificare TEXDIR durante l’installazione causerà anche la modifica di TEXMFLOCAL, TEXMFSYSVAR e TEXMFSYSCONFIG.
TEXMFHOME è la posizione raccomandata per le macro e i pacchetti personali. Il suo valore predefinito è ~/texmf. A differenza di TEXDIR, qui il carattere ~ viene mantenuto all’interno dei file di configurazione creati, dato che è utile che si riferisca alla home dell’utente che esegue TEX. Si espande in $HOME sotto Unix e %USERPROFILE% sotto Windows. Speciale nota ridondante: TEXMFHOME, come tutti gli altri percorsi, deve essere organizzata secondo il TDS, o i file potrebbero non essere trovati.
TEXMFVAR è la posizione in cui vengono memorizzati la maggior parte dei dati generati durante l’esecuzione specifici per ciascun utente. TEXMFCACHE è il nome della variabile usata per lo stesso scopo da LuaLATEX e ConTEXt MkIV (consultate la sezione 3.4.5, p. 41); il suo valore predefinito è TEXMFSYSVAR, oppure (se non si hanno i permessi di scrittura) TEXMFVAR.
La figura 8 mostra il menu delle opzioni in modalità testuale. Ulteriori informazioni su ciascuna opzione:
Quando tutte le impostazioni sono come le desiderate, potete digitare “I” per avviare il processo di installazione. Quando questo è completo, passate alla sezione 3.4 per leggere cos’altro dovete fare, se ce n’è bisogno.
Digitate
Se possibile, usa l’installatore grafico. Questa opzione richiede il modulo Perl/Tk (http://tug.org/texlive/distro.html#perltk) compilato con il supporto per XFT; se Perl/Tk non è disponibile, l’installazione prosegue in modalità testuale.
Costringe all’uso dell’installatore testuale, anche sotto Windows.
Specifica la lingua dell’interfaccia dell’installatore sotto forma di codice standard (di solito a due lettere). L’installatore cerca di determinare automaticamente la lingua corretta, ma se fallisce o se la lingua corretta non è disponibile, allora usa l’inglese come ripiego. Lanciate install-tl --help per la lista delle lingue disponibili.
Installa per un uso portatile su una chiavetta USB. Questa oprione è selezionabile dall’installatore testuale con il comando V e dall’installatore grafico. Consultate la sezione 5.
Carica il profilo di installazione file ed esegue l’installazione senza interazione con l’utente. Il programma di installazione scrive sempre un file texlive.profile nella sotto directory tlpkg della vostra installazione. Quel file può essere passato come argomento per ripetere esattamente la stessa installazione su un sistema differente. In alternativa, potete usare un profilo personalizzato, creato facilmente partendo da uno generato automaticamente e modificandone i valori, oppure potete usare un file vuoto, che prenderà come valori tutti quelli predefiniti.
Specifica l’archivio dei pacchetti da cui installare; vedi più avanti.
(Documentato solo per completezza: non usate questa opzione a meno che non sappiate cosa state facendo.) Se avete già una copia di TEX Live, anche ottenuta tramite rsync o svn (consultate http://tug.org/texlive/acquire-mirror.html), allora questa opzione userà ciò che avete ottenuto, così com’è, ed eseguirà solo le necessarie procedure di post installazione. Siete avvisati che il file tlpkg/texlive.tlpdb potrebbe venire sovrascritto; salvarne una copia è vostra responsabilità. Inoltre, la rimozione dei pacchetti deve essere eseguita manualmente. Questa opzione non può essere attivata dall’interfaccia dell’installatore.
L’archivio dei pacchetti di rete predefinito è uno dei mirror di CTAN scelto automaticamente tramite http://mirror.ctan.org.
Per rimpiazzare questa scelta, potete specificare un url che comincia per ftp:, http: o file:/, oppure il semplice nome di una directory (quando specificate un indirizzo http: o ftp:, l’eventuale carattere finale “/” e l’eventuale “/tlpkg” conclusivo saranno ignorati).
Per esempio, potete scegliere uno specifico mirror di CTAN con qualcosa del tipo: http://ctan.example.org/tex-archive/systems/texlive/tlnet/, sostituendo a ctan.example.org/tex-archive il vero nome del sito e il percorso che ospita CTAN. L’elenco dei mirror di CTAN si trova alla pagina http://ctan.org/mirrors.
Se il valore specificato è locale (sia tramite percorso che tramite un url file:/), saranno usati i file compressi contenuti in una sotto directory archive del percorso (anche se sono disponibili anche file non compressi).
Potrebbero essere necessarie alcune azioni successivie all’installazione.
Se avete deciso di creare i collegamenti simbolici nelle directory standard (descritto nella sezione 3.2.4), allora non c’è bisogno di modificare le variabili d’ambiente. Altrimenti, nei sistemi Unix, la directory degli eseguibili per la vostra piattaforma deve essere aggiunta al percorso di ricerca (sotto Windows, è l’installatore ad occuparsene).
Ogni piattaforma supportata ha la propria sotto directory all’interno di TEXDIR/bin. Consultate la figura 5 per la lista delle sotto directory e delle corrispondenti piattaforme.
Facoltativamente potete anche aggiungere le directory della documentazione man e Info ai propri rispettivi percorsi di ricerca, se volete che gli strumenti di sistema la trovino. Le pagine di manuale potrebbero essere trovate magicamente dopo l’aggiunta al PATH.
Per le shell compatibili con la Bourne, come bash, e usando GNU/Linux per Intel x86 e le directory predefinite come esempio, il file da modificare dovrebbe essere $HOME/.profile (o un qualunque altro file aperto da .profile), e le linee da aggiungere sarebbero simili alle seguenti:
Per csh o tcsh, il file da modificare tipicamente è $HOME/.cshrc e le linee da aggiungere sarebbero del tipo:
Se già avete delle impostazioni del genere in uno dei file citati, naturalmente dovete unirvi le directory di TEX Live come è più opportuno.
Se volete che questi cambiamenti siano globali oppure che si applichino a ciascun nuovo utente aggiunto nel sistema, allora dovete cavarvela da soli; c’è semplicemente troppa varietà tra i diversi sistemi nel come e nel dove queste cose siano configurate.
I nostri due suggerimenti sono: 1) potete controllare il file /etc/manpath.config e, se esiste, aggiungere linee come
E 2) verificate la presenza di un file /etc/environment che potrebbe definire il percorso di ricerca ed altre variabili di ambiente predefinite.
In ciascuna directory contenente eseguibili (per Unix), noi creiamo anche un collegamento simbolico chiamato man alla directory texmf-dist/doc/man. Alcuni programmi man, come quello di Mac OS X, lo individueranno automaticamente, ovviando alla necessità di qualunque configurazione per le pagine di manuale.
Se avete installato TEX Live dal DVD e successivamente volete ottenere gli aggiornamenti da Internet, dovete eseguire questo comando—dopo aver aggiornato il vostro percorso di ricerca (come descritto nella sezione precedente):
Questo dice a tlmgr di usare un mirror di CTAN nelle vicinanze per gli aggiornamenti futuri. È l’azione predefinita quando si installa dal DVD, tramite l’opzione descritta nella sezione 3.2.4.
Se ci sono problemi con la selezione automatica di un mirror, potete specificarne uno in particolare dall’elenco alla pagina http://ctan.org/mirrors. Usate il percorso esatto alla sotto directory tlnet su quel mirror, come mostrato in precedenza.
XeTEX e LuaTEX possono usare qualsiasi font installato nel sistema, non solo quelli nelle directory di TEX. Fanno questo tramite metodi correlati, ma non identici.
Su Windows, i font distribuiti con TEX Live sono resi disponibili a XeTEX automaticamente. Ma se avete installato il pacchetto xetex su un sistema Unix, dovete configurare il vostro sistema in modo che sia capace di trovare i font distribuiti con TEX Live tramite il meccanismo di ricerca dei nomi di sistema e non semplicemente la ricerca di nomi di file.
Per facilitare il compito, quando il pacchetto xetex è installato (sia durante l’installazione iniziale che in seguito), viene creato il file di configurazione necessario in TEXMFSYSVAR/fonts/conf/texlive-fontconfig.conf.
Per impostare i font di TEX Live per l’uso nell’intero sistema (assumendo che abbiate gli opportuni privilegi), procedete come segue:
Se non avete privilegi sufficienti per completare i passi precedenti, p se volete rendere disponibili i font di TEX Live ad un solo utente, fate quello che segue:
Potete eseguire fc-list per vedere i nomi dei font di sistema. L’incantesimo fc-list : family style file spacing (dove tutti gli argomenti sono esattamente come mostrati) generalmente fornisce alcune informazioni interessanti.
Sia il “vecchio” ConTEXt (Mark II) che il “nuovo” ConTEXt (Mark IV) dovrebbero funzionare così come sono dopo l’installazione di TEX Live e non dovrebbero richiedere alcuna attenzione particolare finché restate fedeli a tlmgr per gli aggiornamenti.
Comunque, dato che ConTEXt MkIV non usa la libreria kpathsea, sarà richiesta un po’ di configurazione ogni qual volta installate nuovi file manualmente (senza usare tlmgr). Dopo ogni installazione del genere, ogni utente di MkIV deve eseguire:
per aggiornare i dati della cache di ConTEXt sul disco. I file risultanti sono memorizzati dentro TEXMFCACHE il cui valore predefinito in TEX Live è TEXMFSYSVAR;TEXMFVAR.
ConTEXt MkIV leggerà da tutti i percorsi menzionati in TEXMFCACHE e scriverà nel primo percorso che sia scrivibile. Durante la lettura, in caso di dati di cache duplicati avrà la precedenza l’ultima corrispondenza trovata.
Per ulteriori informazioni, consultate le pagine http://wiki.contextgarden.net/Running_Mark_IV.
Questa questione è già stata citata implicitamente nella sezione 2.3: TEXMFLOCAL (/usr/local/texlive/texmf-local o %SystemDrive%\texlive\texmf-local su Windows, di default) è pensato per i font e le macro locali, ma disponibili per l’intero sistema; mentre TEXMFHOME ($HOME/texmf o %USERPROFILE%\texmf, come predefiniti) è per le macro e i font personali.Queste directory sono pensare per rimanere fisse da un’edizione all’altra e il loro contenuto è visto automaticamente da una nuova versione di TEX Live. Quindi, è meglio trattenersi dal modificare la definizione di TEXMFLOCAL in modo che punti ad una directory troppo diversa da quella principale di TEX Live, oppure potreste doverla modificare manualmente nelle future edizioni.
In entrambe le posizioni, i file dovrebbero essere posti ognuno nella propria sotto directory secondo la Struttura delle Directory di TEX (TDS); visitate http://tug.org/tds o consultate texmf-dist/web2c/texmf.cnf. Ad esempio, il file di una classe o di un pacchetto LATEX andrebbero posizionati in TEXMFLOCAL/tex/latex o in TEXMFHOME/tex/latex, oppure in una sotto directory di una delle due.
TEXMFLOCAL richiede un database dei nomi dei file aggiornato, altrimenti i file non saranno trovati. Potete aggiornarlo con il comando mktexlsr o utilizzando il pulsante “Aggiorna il database dei nomi dei file” nel pannello di configurazione della GUI di TEX Live Manager.
Di default, ciascuna di queste variabili è definita come una directory singola, come mostrato. Questo non è un requisito rigido. Se dovete passare facilmente tra diverse versioni di grandi pacchetti, ad esempio, potete mantenere directory multiple per i vostri scopi. Questo è ottenuto impostando TEXMFHOME alla lista delle directory, tra parentesi graffe, separate da virgole:
La sezione 8.1.5 descrive ulteriormente l’espansione delle graffe.
Sfortunatamente, si tratta di un argomento ingarbugliato. Dimenticatevene a meno che non vogliate addentrarvi nei numerosi dettagli dell’installazione di TEX. Molti font sono già inclusi in TEX Live, quindi dategli uno sguardo se non sapete già che quello che volete non è qui.
Una possibile alternativa è quella di usare XeTEX o LuaTEX (consultate la sezione 2.4), che vi consentono di usare i font del sistema operativo senza alcuna installazione in TEX.
Se avete comunque bisogno di farlo, visitate la pagina http://tug.org/fonts/fontinstall.html dove abbiamo fatto del nostro meglio nel descrivere la procedura.
Dopo aver installato TEX Live, naturalmente vorrete provarla, così da poter iniziare a creare bellissimi documenti e/o font.
Una cosa che vorrete immediatamente cercare è un programma con cui elaborare i file. TEX Live installa TEXworks su Windows (http://tug.org/texworks) e MacTEX installa TeXShop (http://pages.uoregon.edu/koch/texshop). Su altri sistemi Unix spetta a voi scegliere un editor. Ci sono molte scelte disponibili, alcune delle quali sono elencate nella prossima sezione; consultate anche http://tug.org/interest.html#editors. Qualsiasi editor di testo funzionerà; non è necessario qualcosa specifico per TEX.
Il resto di questa sezione fornisce alcune procedure elementari per verificare che il nuovo sistema funzioni. Qui daremo i comandi per Unix; è più facile che sotto Mac OS X e Windows eseguiate le prove tramite un’interfaccia grafica, ma i principi sono gli stessi.
Un documento più semplice di sample2e, per ridurre la dimensione dell’input qualora si riscontrino problemi.
Verifica se la vostra stampante introduce qualche margine.
Per stampare tabelle e prove riguardanti i font.
Anche questo per le tabelle dei font, ma usando plain TEX.
Il più canonico tra tutti file di prova per (plain) TEX. Dovete digitare ‘\bye’ al prompt * dopo ‘tex story.tex’.
Se ricevete un messaggio di errore che riporta “Invalid fontname ‘Latin Modern Roman/ICU…”, allora dovete configurare il vostro sistema in modo che i font distribuiti con TEX Live possano essere trovati. Consultate la sezione 3.4.4.
Se siete nuovi di TEX oppure in alternativa avete bisogno di aiuto nella scrittura di documenti TEX o LATEX, visitate la pagina http://tug.org/begin.html per alcune risorse introduttive.
Ecco i collegamenti ad alcuni altri strumenti che potete prendere in considerazione per l’installazione:
Per un elenco molto più lungo di pacchetti e programmi, visitate http://tug.org/interest.html.
Le sezioni precedenti hanno descritto il processo di installazione di base. Qui ci rivolgiamo ad alcuni casi speciali.
TEX Live è stato progettato per essere condivisibile tra diversi utenti di un solo sistema, ma anche tra sistemi differenti in una rete. Con l’organizzazione predefinita delle directory, nessun percorso assoluto viene configurato: le posizioni dei file necessari ai programmi di TEX Live sono relative ai programmi stessi. Potete vedere questo nel file di configurazione principale $TEXMFDIST/web2c/texmf.cnf, che contiene linee come:
Questo significa che aggiungere la directory degli eseguibili di TEX Live appropriati alla propria piattaforma al percorso di ricerca è sufficiente per ottenere una configurazione funzionante.
Per la stessa ragione, potete anche installare TEX Live localmente e successivamente muovere l’intera struttura verso una locazione di rete.
Per Windows, uno script di installazione di rete esemplificativo chiamato w32client può essere scaricato da http://tug.org/texlive/w32client.html. Questo script crea le impostazioni e i collegamenti nei menu per usare una installazione di TEX Live esistente su una LAN. Registra anche un disinstallatore w32unclient, disponibile nello stesso file zip. Visitate la pagina web indicata per maggiori informazioni.
L’opzione -portable dell’installazione (o il comando V nell’installatore testuale o la corrispondente opzione della GUI) crea un’installazione di TEX Live contenuta completamente in sé stessa all’interno di una radice comune e rinuncia all’integrazione con il sistema. Potete creare una tale installazione direttamente su una penna USB o copiarla su una penna USB successivamente.
Per eseguire TEX usando l’installazione portatile, avete bisogno di aggiungere la directory degli eseguibili appropriata al percorso di ricerca durante la sessione di terminale, come al solito. Sotto Windows, potete fare doppio click su tl-tray-menu alla radice dell’installazione per scegliere tra alcuni compiti comuni, come mostrati in questa schermata:
Se non avete bisogno di aggiornare o in qualunque altro modo modificare spesso la vostra installazione e/o avete diversi sistemi sui quali usare TEX Live, potrebbe essere conveniente creare un’ISO della vostra installazione di TEX Live perché:
Ovviamente potete anche masterizzare un’ISO su un DVD, se lo ritenete utile per voi.
I sistemi desktop GNU/Linux/Unix, incluso Mac OS X, sono capaci di montare una ISO. Windows 8 è la prima versione di Windows che può farlo. Al di là di questo, non cambia nulla confrontato con una normale installazione su hard disk, consulate la sezione 3.4.1.
Quando preparate tale installazione su ISO, è meglio omettere la sottodirectory per l’anno dell’edizione e avere texmf-local allo stesso livello degli altri alberi (texmf-dist, texmf-var, ecc.). Potete fare ciò con le normali opzioni per le directory nell’installatore.
Per un sistema Windows fisico (piuttosto che virtuale), potete masterizzare la ISO su un DVD. Comunque, potrebbe valere la pena investigare le varie opzioni gratuite per il montaggio delle ISO, come WinCDEmu da http://wincdemu.sysprogs.org/.
Per l’integrazione con il sistema Windows, potete includere gli script w32client descritti nella sezione 4.1 e su http://tug.org/texlive/w32client.html, che funzionano per un’installazione ISO così come per una condivisa.
Su Mac OS X, TeXShop sarà capace di usare l’installazione su DVD se un collegamento simbolico /usr/texbin punta alla directory degli eseguibili appropriata, per esempio,
Nota storica: TEX Live 2010 è stata la prima edizione di TEX Live che non è stata più distribuita “live”. Comunque, richiedeva sempre alcune acrobazie per funzionare da DVD o da ISO; in particolare, non c’era alcun modo di evitare di impostare almeno un’ulteriore variabile d’ambiente. Se create la vostra ISO da un’installazione esistente, allora non c’è bisogno di questo.
TEX Live include un programma chiamato tlmgr per gestire TEX Live dopo l’installazione iniziale. Le sue funzionalità includono:
Le funzionalità di tlmgr incorporano completamente quelle del programma texconfig. Distribuiamo e manteniamo ancora texconfig per tutti quelli abituati alla sua interfaccia, ma raccomandiamo di usare tlmgr al giorno d’oggi.
tlmgr può essere avviato in modalità GUI (figura 9 con
Le figure 10 e 11 mostrano le schermate con le opzioni generali e il formato di pagina.
Dopo l’installazione iniziale, potete aggiornare il vostro sistema alle ultime versioni disponibili con:
Questo esempio più complesso aggiunge una collezione, per il motore XeTEX, da una directory locale:
Come potete vedere, tlmgr installa le dipendenze e si occupa di ogni azione necessaria dopo l’installazione, incluso l’aggiornamento del database dei nomi dei file e la generazione (o rigenerazione) dei formati. Nell’esempio precedente, abbiamo generato nuovi formati per XeTEX.
Per ottenere la descrizione di un pacchetto (o di una collezione o di uno schema):
Infine, cosa più importante, per ottenere la documentazione completa, visitate http://tug.org/texlive/tlmgr.html oppure eseguite:
Sotto Windows, l’installatore fa alcune cose in più:
Per essere completa, un’installazione di TEX Live ha bisogno di alcuni pacchetti di supporto che non si trovano abitualmente su una macchina Windows. TEX Live fornisce questi pezzi mancanti. Questi programmi sono installati come parte di TEX Live solo su Windows.
La controparte Windows di una directory di home di Unix è la directory %USERPROFILE%. Sotto Windows XP, di solito è C:\Documents and Settings\<nomeutente> e sotto Windows Vista e successivi è C:\Users\<nomeutente>. Nel file texmf.cnf e in generale in Kpathsea, ~ verrà interpretato in modo appropriato sia sotto Windows che sotto Unix.
Windows memorizza quasi tutti i dati di configurazione nel suo registro. Il registro contiene un insieme di chiavi organizzate gerarchicamente, con varie gerarchie. Le più importanti per i programmi di installazione sono HKEY_CURRENT_USER e HKEY_LOCAL_MACHINE, abbreviate in HKCU e HKLM. La porzione HKCU del registro si trova nella directory di home dell’utente (vedi sezione 7.3). HKLM si trova di solito in una sotto directory della cartella Windows.
In alcuni casi, le informazioni di sistema possono essere ottenute dalle variabili d’ambiente, ma per altre informazioni, come la posizione dei collegamenti, è necessario consultare il registro. Impostare permanentemente le variabili d’ambiente richiede ugualmente l’accesso al registro.
Nelle ultime versioni di Windows si fa distinzione tra utenti normali ed amministratori e solo questi ultimi hanno libero accesso all’intero sistema operativo. Ci siamo sforzati di rendere TEX Live installabile senza i privilegi di amministratore.
Se il programma di installazione è eseguito con i privilegi di amministratore, c’è un’opzione per rendere l’installazione disponibile a tutti gli utenti. Se questa opzione è selezionata, i collegamenti sono creati per tutti gli utenti e l’ambiente di sistema è modificato. In alternativa, i collegamenti e le voci nel menu sono creati solo per l’utente corrente e viene modificato l’ambiente dell’utente.
Indipendentemente dallo stato di amministratore, la cartella predefinita di TEX Live proposta dal programma di installazione si trova sempre sotto %SystemDrive%. L’installatore verifica sempre se l’utente corrente ha i permessi di scrittura in tale cartella.
Possono sorgere dei problemi se l’utente non è un amministratore e TEX già esiste nel percorso di ricerca. Dato che nel percorso di ricerca vengono prima le impostazioni di sistema e poi quelle dell’utente, la nuova TEX Live non avrebbe mai la precedenza. Come precauzione, il programma di installazione crea un collegamento ad un prompt dei comandi in cui la nuova directory degli eseguibili di TEX Live è anteposta al percorso di ricerca locale. La nuova TEX Live sarà sempre accessibile usando questo prompt. Anche il collegamento a TEXworks, se è installato, antepone TEX Live al percorso di ricerca, quindi dovrebbe essere immune a questo problema.
Sotto Vista e successivi, dovete sapere che anche se avete eseguito l’accesso come amministratori, dovete chiedere esplicitamente i privilegi di amministrazione. In pratica, non serve a molto entrare come amministratore. Invece, facendo clic con il tasto destro sul programma o sul collegamento che volete eseguire, solitamente appare la voce “Esegui come amministratore”.
Un’installazione da amministratore non protegge la directory di TEX Live dalla manomissione da parte degli utenti normali. Questo deve essere fatto in un passo separato impostando un’opportuna ACL (Access Control Lista, lista di controllo degli accessi) per la directory. Per questo scopo, fate riferimento all’utility a riga di comando di Windows icacls.
Gli utenti di Windows e Cygwin (consulta la sezione 3.1.4 per i dettagli sull’installazione con Cygwin) possono ritrovarsi con la memoria esaurita durante l’esecuzione di alcuni dei programmi forniti con TEX Live. Ad esempio, asy potrebbe esaurire la memoria se tentate di allocare un array di 20.000.000 di reali e LuaTEX potrebbe esaurirla se tentate di elaborare un documento con un gran numero di font grandi.
Per Cygwin, potete incrementare la quantità di memoria disponibile seguendo le istruzioni nella Guida dell’Utente di Cygwin (http://www.cygwin.com/cygwin-ug-net/setup-maxmem.html).
Per Windows, dovete creare un file, ad esempio moremem.reg, con le seguenti quattro righe:
ed eseguire il comando regedit /s moremem.reg come amministratore (se volete cambiare la memoria unicamente per l’utente corrente invece che per l’intero sistema, usate HKEY_CURRENT_USER).
Web2C è una collezione integrata di programmi legati a TEX: TEX stesso, Metafont, MetaPost, BibTeX, ecc. È il cuore di TEX Live. Il sito web di Web2C, con il manuale corrente e molto altro, è http://tug.org/web2c.
Ecco un po’ di storia: l’implementazione originale fu realizzata da Tomas Rokicki il quale, nel 1987, sviluppò un primo sistema TEX-to-C cambiando dei file sotto Unix, che erano principalmente un lavoro originale di Howard Trickey e Pavel Curtis. Tim Morgan divenne il manutentore del sistema e durante questo periodo il nome cambiò in Web-to-C. Nel 1990, Karl Berry prese in mano il lavoro, con il contributo di molte persone, e nel 1997 passò il testimone a Olaf Weber, il quale lo restituì a Karl nel 2006.
Il sistema Web2C gira sotto Unix, sotto i sistemi Windows a 32 bit, sotto MacOSX e sotto altri sistemi operativi. Usa i sorgenti originali di Knuth per TEX e per altri programmi scritti nel sistema di programmazione letterata WEB e li traduce in codice C. I programmi basilari di TEX gestiti in questo modo sono:
Per mantenere le bibliografie.
Espande i riferimenti ai font virtuali nei file DVI.
Converte da DVI a MPX (MetaPost picture).
Converte i DVI in testo leggibile
Provini dei font generici.
Converte da font generici ad impacchettati.
Converte i font generici in testo leggibile.
Crea famiglie di caratteri tipografici.
Formatta i sorgenti Metafont.
Crea diagrammi tecnici.
Crea modelli di sillabazione.
Converte da font impacchettati a generici.
Converte i font impacchettati in testo leggibile.
Converte le liste di proprietà da testo leggibile in TFM.
Mostra i file delle riserve di WEB.
Converte da WEB al Pascal.
Compone tipograficamente i documenti.
Converte le liste di proprietà da TFM in testo leggibile
Converte da font virtuali a liste di proprietà virtuali.
Converte da liste di proprietà virtuali a font virtuali.
Converte da WEB a TEX.
Le esatte funzioni e la sintassi di questi programmi sono descritte nella documentazione dei singoli pacchetti e di Web2C stesso. Tuttavia, conoscere alcuni principi che governano l’intera famiglia di programmi vi aiuterà a trarre vantaggio dalla vostra installazione Web2C.
Tutti i programmi rispettano queste opzioni GNU standard:
stampa un semplice sommario d’uso.
stampa un rapporto dettagliato sull’avanzamento.
stampa le informazioni sulla versione, quindi esce.
Per individuare i file, i programmi Web2C usano la libreria di ricerca dei percorsi Kpathsea (http://tug.org/kpathsea). Questa libreria usa una combinazione di variabili d’ambiente e file di configurazione per ottimizzare la ricerca nella (enorme) raccolta di file di TEX. Web2C può controllare simultaneamente molte directory, cosa utile per mantenere la distribuzione standard TEX, le estensioni locali e quelle personali in directory distinte. Per velocizzare le ricerche dei file, alla radice di ogni albero di directory c’è un file ls-R contenente una voce con il nome ed il percorso relativo per ciascun file all’interno di quell’albero.
Per prima cosa descriviamo il generico meccanismo di ricerca dei percorsi della libreria Kpathsea.
Chiameremo percorso di ricerca una lista separata da un due punti o da un punto e virgola di elementi di percorso, che sono fondamentalmente nomi di directory. Un percorso di ricerca può provenire da (una combinazione di) molte fonti. Per cercare un file ‘my-file’ attraverso un percorso ‘.:/dir’, Kpathsea controlla a turno ogni elemento del percorso: prima ./my-file, poi /dir/my-file, restituendo la prima corrispondenza (o, eventualmente, tutte).
Al fine di adattarsi al meglio alle convenzioni di tutti i sistemi operativi, sui sistemi non Unix Kpathsea può usare separatori di nomi di file diversi dai due punti (‘:’) e barra (slash, ‘/’).
Per controllare un particolare elemento p di un percorso, Kpathsea per prima cosa verifica se può applicare a p un database precostruito (consulta “Database di file” a pagina 65), cioè se il database è in una directory che è prefisso di p. Se è così, la specifica del percorso è confrontata con il contenuto del database.
Se il database non esiste o non si applica a questo elemento del percorso, oppure se non contiene corrispondenze, viene eseguita una ricerca sul disco (se non è stata proibita da una specifica che comincia con ‘!!’ e se il file viene cercato per scoprire se esiste). Kpathsea costruisce la lista di directory che corrispondono a questo elemento del percorso e verifica all’interno di ciascuna di esse se può individuare il file.
La condizione “il file deve esistere” entra in gioco con i file ‘.vf’ e i file letti tramite il comando \openin di TEX. Questi file potrebbero non esistere (ad esempio cmr10.vf) e dunque sarebbe sbagliato cercarli sul disco. Quindi, se non siete riusciti ad aggiornare correttamente il file ls-R quando avete installato un nuovo ‘.vf’, quest’ultimo non sarà mai trovato. A turno, viene controllato ogni elemento del percorso: prima il database, poi il disco. Se viene trovata una corrispondenza, la ricerca si interrompe e il risultato è restituito.
Per quanto il più semplice e comune elemento di un percorso sia il nome di una directory, Kpathsea supporta caratteristiche aggiuntive nei percorsi di ricerca: valori predefiniti stratificati, nomi di variabili d’ambiente, valori di file di configurazione, directory personali degli utenti e ricerca ricorsiva di sotto directory. Dunque, diciamo che Kpathsea espande un elemento di percorso, intendendo che trasforma tutte le specifiche in semplici nomi di directory. Questa trasformazione è descritta nelle seguenti sezioni nello stesso ordine in cui avviene.
Notate che se il nome del file cercato è assoluto o esplicitamente relativo, ossia se comincia con ‘/’, ‘./’ o ‘../’, Kpathsea controlla semplicemente se quel file esiste.
Un percorso di ricerca può provenire da molte fonti. Nell’ordine in cui Kpathsea le usa:
Potete vedere ciascuno di questi valori per un dato percorso di ricerca usando le opzioni di debug (consultate “Risoluzione dei problemi” a pagina 69).
Kpathsea legge i percorsi di ricerca ed altre definizioni nei file di configurazione a tempo di esecuzione chiamati texmf.cnf. Il percorso di ricerca usato per cercare questi file è chiamato TEXMFCNF, ma non raccomandiamo di impostare questa (o qualunque altra) variabile d’ambiente.
Invece, l’installazione normale dà luogo ad un file .../2015/texmf.cnf. Se dovete apportare delle modifiche ai valori predefiniti (di norma non è necessario), questo è il posto in cui piazzarle. Il file di configurazione principale è .../2015/texmf-dist/web2c/texmf.cnf. Non dovreste modificare quest’ultimo file, dato che le vostre modifiche andrebbero perdute quando la versione distribuita viene aggiornata.
Tutti i file texmf.cnf nel percorso di ricerca saranno letti e le definizioni in quelli che appaiono per primi sostituiranno quelle nei file che appaiono per ultimi. Ad esempio, con un percorso di ricerca di .:$TEXMF, i valori provenienti da ./texmf.cnf sostituiranno quelli provenienti da $TEXMF/texmf.cnf.
Un frammento di file di configurazione che mostra la maggior parte di questi punti è mostrato sotto:
Kpathsea riconosce nei percorsi di ricerca alcuni caratteri e costrutti speciali, simili a quelli disponibili nelle shell di Unix. Come esempio generale, il complesso percorso ~$USER/{foo,bar}//baz viene espanso in tutte le directory sotto foo e bar nella home dell’utente $USER, che contengono a loro volta una directory o un file di nome baz. Queste espansioni sono spiegate nelle prossime sezioni-
Se il percorso di ricerca a più alta priorità (consultate “Fonti dei percorsi” a pagina 60) contiene un due punti di troppo (cioè all’inizio, alla fine oppure una coppia di due punti), Kpathsea inserisce in quel punto il percorso di ricerca con la seconda più alta priorità che sia stato definito. Se questo percorso inserito ha a sua vuolta un due punti aggiuntivo, accade lo stesso con il successivo in ordine di priorità. Per esempio, data l’impostazione di una variabile d’ambiente
Dato che sarebbe inutile inserire lo stesso valore predefinito in più di un posto, Kpathsea cambia solo uno dei ‘:’ di troppo e lascia gli altri al loro posto. Per prima cosa cerca un ‘:’ all’inizio, quindi cerca un ‘:’ alla fine, per ultimo cerca un ‘:’ doppio.
Una caratteristica utile è l’espansione delle parentesi graffe, che significa che, per esempio, v{a,b}w viene espanso in vaw:vbw. L’annidamento delle parentesi è permesso. Tale caratteristica è usata per implementare gerarchie TEX multiple, assegnando una lista di nomi tra graffe a $TEXMF. Ad esempio, in texmf.cnf, è fatta la seguente definizione (semplificata per questo esempio):
Pssiamo usarlo per definire, ad esempio, il percorso di input per TEX:
che vuol dire che, dopo aver guardato nella directory attuale, la ricerca proseguirà (soltanto) nei rami $TEXMFVAR/tex, $TEXMFHOME/tex, $TEXMFLOCAL/tex e $TEXMFDIST/tex (gli ultimi due usando i database ls-R). È una maniera conveniente per avere due strutture TEX parallele, una “congelata” (ad esempio su un CD) e l’altra aggiornata di continuo con nuove versioni non appena diventino disponibili. Usando la variabile $TEXMF in tutte le definizioni, si è sicuri di cercare innanzitutto nel ramo aggiornato.
In un elemento di percorso, due o più barre (slash) consecutive alla fine di una directory d sono sostituite da tutte le sotto directory di d: prima quelle che si trovano direttamente sotto d, quindi quelle all’interno delle prime e così via. Ad ogni livello, l’ordine in cui le directory sono cercate non è specificato.
Se specificate il nome di un file dopo il ‘//’, saranno incluse solo le sotto directory che lo contengono. Ad esempio, ‘/a//b’ si espande nelle directory /a/1/b, /a/2/b, /a/1/1/b e così via, ma non in /a/b/c o /a/1.
È possibile usare più volte il costrutto ‘//’ in un percorso, ma ogni ‘//’ all’inizio di un percorso viene ignorato.
Il seguente elenco riassume i caratteri speciali nei file di configurazione di Kpathsea.
Separatore nella specifica di un percorso; all’inizio o alla fine di un percorso sostituisce l’espansione di percorso predefinita.
Separatore nei sistemi non Unix (si comporta come :).
Espansione di una variabile.
Rappresenta la directory di home di un utente.
Espansione di parentesi graffe.
Espansione di sotto directory (può trovarsi ovunque in un percorso tranne che al suo inizio).
Inizio di un commento.
Carattere di continuazione (consente alle voci di continuare su più linee).
Cerca solo nei database per individuare un file, non cerca sul disco.
Kpathsea si sforza di minimizzare gli accessi al disco per le ricerche. Infatti, in installazioni con parecchie directory, cercare un dato file in ognuna di esse può richiedere una quantità di tempo eccessiva (vero soprattutto se devono essere attraversate molte centinaia di directory di font). Quindi, Kpathsea può usare un file di “database” testuale costruito esternamente, chiamato ls-R, che associa file a directory, evitando in questo modo di cercare esaustivamente sul disco.
Un secondo file di database, aliases, permette di dare nomi aggiuntivi ai file elencati in ls-R. Questa caratteristica può essere utile per conformare i file sorgenti alla convenzione dei nomi DOS 8.3.
Come spiegato in precedenza, il nome del database principale di nomi di file deve essere ls-R. Potete metterne uno alla radice di ogni ramo TEX della vostra installazione nel quale volete che si effettuino le ricerche ($TEXMF di base). Kpathsea cerca i file ls-R nel percorso TEXMFDBS.
Il metodo raccomandato per creare e mantenere ‘ls-R’ è quello di eseguire lo script mktexlsr incluso nella distribuzione. Esso è invocato dai vari script ‘mktex’…. In teoria, questo script esegue semplicemente il comando
Se un file non è trovato nel database, per default Kpathsea va avanti e cerca sul disco. Se un particolare elemento di percorso comincia con ‘!!’, però, la ricerca per quell’elemento sarà effettuata solo nel database, mai sul disco.
Il programma kpsewhich compie la ricerca di percorsi indipendentemente da qualunque particolare applicazione. Può essere utile come una sorta di programma find per individuare i file nelle gerarchie TEX (è ampiamente usato negli script ‘mktex’… distribuiti).
Kpathsea cerca ogni argomento sulla riga di comando che non sia un’opzione come se fosse il nome di un file e restituisce il primo trovato. Non ci sono opzioni per restituire tutti i file con un particolare nome (per fare questo, potete eseguire il programma Unix ‘find’).
Le opzioni più comuni sono descritte in seguito.
Imposta la risoluzione a num; questa opzione ha effetto solo nelle ricerche dei file ‘gf’ e ‘pk’. ‘-D’ è un sinonimo, per compatibilità con dvips. Il valore preimpostato è 600.
Imposta il formato da cercare a nome. Di base, il formato è ipotizzato a partire dal nome del
file. Per i formati che non hanno associato un suffisso non ambiguo, come i file di supporto di
MetaPost e i file di configurazione di dvips, dovete specificare il nome così come è conosciuto da
Kpathsea, come tex o enc files. Eseguite kpsewhich --help per un elenco.
Imposta il nome della modalità a stringa; questa opzione ha effetto solo sulle ricerche dei file ‘gf’
e ‘pk’. Non esiste un valore preimpostato: sarà trovata qualunque tipo di modalità.
Fa tutto ciò che è possibile per trovare il file, inclusa nello specifico la ricerca sul disco. Di base,
per questioni di efficienza, è controllato solo l’archivio ls-R.
Cerca nel percorso di ricerca stringa (separata da due punti, come al solito), invece di ricavarlo dal
nome del file. ‘//’ e tutte le solite espansioni sono supportate. Le opzioni ‘--path’ e ‘--format’
si escludono a vicenda.
Imposta il nome del programma a nome. Questa opzione può modificare i percorsi di ricerca per
mezzo della funzionalità .nomeprogramma. Il valore predefinito è kpsewhich.
Mostra il percorso usato per la ricerca dei file il cui tipo sia nome. Può essere usata sia un’estensione
(.pk, .vf, ecc.) che un nome, proprio come per l’opzione ‘--format’.
Imposta le opzioni per la ricerca degli errori a num.
Diamo uno sguardo a Kpathsea in azione. Ecco una ricerca semplice:
Ad ogni modo, quest’ultimo è un registro bibliografico in formato BibTeX per gli articoli di TUGboat.
Adesso spostiamo la nostra attenzione sui file di intestazione e di configurazione di dvips. Cercheremo innanzitutto un file tra quelli usati comunemente, il prologo generale tex.pro per il supporto a TEX, prima di spostare l’attenzione sul generico file di configurazione (config.ps) e la mappa dei font PostScript psfonts.map — a partire dal 2004, i file di mappatura e di codifica hanno i propri percorsi di ricerca e una nuova posizione negli alberi texmf. Dato che il suffisso ‘.ps’ è ambiguo, dobbiamo specificare esplicitamente quale tipo stiamo considerando (dvips config) per il file config.ps.
Diamo ora uno sguardo ravvicinato ai file di supporto per il carattere PostScript URW Times. Il prefisso per questi file nello schema dei nomi dei font è ‘utm’. Il primo file che cerchiamo è quello di configurazione, che contiene il nome del file di mappatura:
Dovrebbe essere chiaro da questi esempi come potete individuare facilmente dove si trovi un dato file. Tutto ciò è particolarmente importante se sospettate che in qualche modo venga prelevata la versione sbagliata di un file, in quanto kpsewhich mostrerà il primo file incontrato.
A volte è necessario investigare sul come un programma determina i riferimenti ad un file. Per rendere pratico ciò, Kpathsea offre vari livelli di messaggi diagnostici:
Chiamate a stat (accessi al disco). Quando si compie una ricerca avendo a disposizione un database ls-R aggiornato, questo livello non dovrebbe mostrare quasi nessun messaggio.
Riferimenti alle tabelle dei dati (come i database ls-R, i file di mappatura, quelli di configurazione).
Operazioni di apertura e chiusura dei file.
Informazioni generali sui percorsi per i tipi di file cercati da Kpathsea. Utile per scoprire dove è stato definito un particolare percorso per un file.
Elenco delle directory per ogni elemento di un percorso (rilevante solo per le ricerche su disco).
Ricerche di file.
Valori delle variabili.
Un valore di -1 attiverà tutte le opzioni precedenti; nella pratica, questo valore è di solito il più conveniente.
Analogamente, con il programma dvips, impostando una combinazione di opzioni di diagnostica, è possibile seguire in dettaglio le posizioni da cui i file sono prelevati. In alternativa, quando un file non viene trovato, la traccia dei messaggi mostra in quali directory il programma ha cercato il file, così che si possa ottenere un’indicazione sull’origine del problema.
In termini generali, dato che la maggior parte dei programmi invoca la libreria Kpathsea internamente, è possibile selezionare il livello di diagnostica usando la variabile d’ambiente KPATHSEA_DEBUG ed impostandola ad una combinazione dei valori descritti nell’elenco di cui sopra.
(Nota per gli utenti Windows: in questo sistema non è semplice redirigere tutti i messaggi verso un file. Per scopi di diagnostica potete impostare temporaneamente SET KPATHSEA_DEBUG_OUTPUT=err.log).
Consideriamo, come esempio, un piccolo file sorgente di LATEX, hello-world.tex, che contiene il seguente testo.
Questo piccolo file usa solo il font cmr10, quindi vediamo come dvips prepara il file PostScript (vogliamo usare la versione Type 1 dei font Computer Modern, da qui l’opzione -Pcms).
dvips inizia individuando i propri file di lavoro. Per primo viene trovato texmf.cnf, che fornisce le definizioni dei percorsi di ricerca per gli altri file, quindi il file di database ls-R (per ottimizzare la ricerca) e il file aliases, che rende possibile dichiarare diversi nomi (ad esempio, una versione breve in formato DOS 8.3 e una più lunga e più naturale) per lo stesso file. Quindi dvips prosegue nel cercare il file di configurazione generico config.ps prima di guardare al file personalizzato .dvipsrc (che in questo caso non viene trovato). Infine, dvips individua il file di configurazione config.cms per il font PostScript Computer Modern (questo passo è stato attivato con l’opzione -Pcms data al comando dvips). Questo file contiene la lista delle mappature che definiscono la relazione tra il modo di chiamare i font in TEX, in PostScript e sul disco.
A questo punto, dvips si presenta all’utente:
Dopo aver trovato il file in questione, dvips mostra la data e l’ora, ci informa che genererà il file hello-world.ps, poi che avrà bisogno del file del font cmr10 e che quest’ultimo è dichiarato “residente” (non sono necessarie bitmap):
Un’altra funzionalità utile di Web2C è la sua possibilità di controllare un certo numero di parametri relativi alla memoria (nello specifico la dimensione degli array) tramite il file texmf.cnf letto da Kpathsea durante l’esecuzione. Le impostazioni della memoria possono essere trovate nella Parte 3 di quel file nella distribuzione TEX Live. Le più importanti sono:
La quantità complessiva di memoria disponibile per TEX, Metafont e MetaPost. Dovete creare un nuovo file di formato per ogni impostazione differente. Per esempio, potreste generare una versione “enorme” di TEX e chiamare il file di formato hugetex.fmt. Usando il modo normale di specificare il nome del programma usato da Kpathsea, l’opportuno valore della variabile main_memory sarà letto da texmf.cnf.
Spazio aggiuntivo per le strutture dati “grandi” di TEX: scatole, colle, interruzioni, ecc. Utile specialmente se usate PI CTEX.
Numero di registri per le informazioni sui font disponibili in TEX. Questo valore è più o meno pari alla dimensione totale di tutti i file TFM che vengono letti.
Spazio aggiuntivo per la tabella con i nomi delle sequenze di controllo. Nella tabella principale possono essere memorizzate solo approssimativamente 10.000 sequenze di controllo; se lavorate su un libro di grandi dimensioni con numerosi riferimenti incrociati, questo valore potrebbe non essere sufficiente. Il valore predefinito per hash_extra è 50000.
Ovviamente questa funzionalità non è un sostituto per una vera allocazione dinamica di memoria e array, ma dato che questi sono estremamente difficili da implementare negli attuali sorgenti di TEX, questi parametri di esecuzione forniscono un compromesso pratico per offrire un minimo di flessibilità.
TEX Live è il risultato dello sforzo congiunto di praticamente tutti i gruppi utenti TEX. Questa edizione di TEX Live è stata supervisionata da Karl Berry. Gli altri contributori principali, passati e presenti, sono elencati qui sotto.
Preparatori degli eseguibili: Per informazioni sul processo di compilazione di TEX Live, visitate Ettore Aldrovandi (i386-solaris, x86_64-solaris), Marc Baudoin (amd64-netbsd, i386-netbsd), Karl Berry (i386-linux), Peter Breitenlohner (x86_64-linux), Ken Brown (i386-cygwin, x86_64-cygwin), Simon Dales (armhf-linux), Akira Kakuto (win32), Dick Koch (universal-darwin, x86_64-darwin), Nikola Lečić (amd64-freebsd, i386-freebsd), Mojca Miklavec (mipsel-linux), sparc-solaris), Norbert Preining (alpha-linux), Thomas Schmitz (powerpc-linux), Boris Veytsman (armel-linux). http://tug.org/texlive/build.html.
Attuali traduttori della documentazione: Boris Veytsman (russo), Jjgod Jiang, Jinsong Zhao, Yue Wang & Helin Gai (cinese), Klaus Höppner (tedesco), Manuel Pégourié-Gonnard (francese), Marco Pallante (italiano), Nikola Lečić (serbo), Petr Sojka & Jan Busa (ceco/slovacco), Staszek Wawrykiewicz (polacco). La pagina web della documentazione di TEX Live è http://tug.org/texlive/doc.html.
Ovviamente il più importante ringraziamento deve andare a Donald Knuth, innanzitutto per aver inventato TEX e poi per averlo donato al mondo.
La discussione iniziò nel tardo 1993 quando il gruppo utenti TEX olandese stava iniziando a lavorare al proprio CD 4AllTEX per gli utenti MS-DOS e si sperava a quel tempo di rilasciare un solo razionale CD per tutti i sistemi. Questo era un obiettivo troppo ambizioso per il tempo, ma non solo diede vita al CD di grande successo 4AllTEX, ma spinse il gruppo di lavoro del TUG Technical Council verso una Struttura delle Directory TEX (TDS, TEX Directory Structure, http://tug.org/tds), che specificò come creare collezioni consistenti e gestibili di file di supporto a TEX. Una bozza completa della TDS fu pubblicata nel numero di dicembre 1995 di TUGboat e fu chiaro dalle fasi iniziali che un prodotto desiderabile sarebbe stata una struttura di modello su CD. La distribuzione che hai ora è il risultato diretto delle decisioni del gruppo di lavoro. Fu anche chiaro dal successo del CD 4AllTEX che gli utenti Unix avrebbero beneficiato da un simile semplice sistema e questa è l’altro filone principale di TEX Live.
Per prima cosa ci mettemmo all’opera per realizare un nuovo CD della TDS basato su Unix nell’autunno del 1995 e rapidamente identificammo il teTEX di Thomas Esser come l’impianto ideale, dato che già aveva il supporto per più piattaforme ed era costruito con la portabilità tra diversi file system in mente. Thomas acconsentì ad aiutarci e il lavoro cominciò seriamente all’inizio del 1996. La prima edizione fu rilasciata nel maggio 1996. All’inizio del 1996, Karl Berry completò una nuova versione di Web2c, che includeva praticamente tutte le funzionalità che Thomas Esser aveva aggiunto in teTEX e decidemmo di basare la seconda edizione del CD sul Web2C standard, con l’inclusione dello script texconfig proveniente da teTEX. La terza edizione del CD fu basata su una nuova grande revisione di Web2C, la 7.2, realizzata da Olaf Weber; allo stesso tempo, era stata fatta una nuova revisione di teTEX e TEX Live incluse quasi tutte le sue funzionalità. La quarta edizione seguì lo stesso modello, usando una nuova versione di teTEX e di Web2C (7.3). Il sistema adesso includeva anche un completo allestimento per Windows.
Per la quinta edizione (marzo 2000) furono riviste e controllate molte parti del CD, aggiornando centinaia di pacchetti. I dettagli sui pacchetti furono memorizzati in file XML. Ma il cambiamento maggiore per TEX Live 5 fu che tutto il software non libero fu rimosso. Tutto in TEX Live era pensato per essere compatibile con le Debian Free Software Guidelines (linee guida Debian sul software libero, http://www.debian.org/intro/free); abbiamo fatto del nostro meglio per controllare le condizioni di licenza di tutti i pacchetti, ma apprezzeremo tantissimo ogni segnalazione di errori.
La sesta edizione (luglio 2001) aveva aggiornato ancora più materiale. Il cambiamento più grande fu un nuovo concetto di installazione: l’utente poteva selezionare un insieme più esatto delle collezioni desiderate. Le collezioni relative alle lingue furono completamente riorganizzate, così che, selezionandone una qualunque, non solo venissero installati le macro, i font, ecc., ma fosse anche preparato un opportuno file language.dat.
La settima edizione del 2002 ebbe la notevole aggiunta del supporto per Mac OS X e la solita miriade di aggiornamenti ad ogni genere di pacchetto e programma. Un traguardo importante fu l’integrazione dei sorgenti con quelli di teTEX per correggere l’allontanamento l’uno dall’altro avvenuto nelle versioni 5 e 6.
Nel 2003, con il continuo flusso di aggiornamenti ed aggiunte, trovammo che TEX Live era cresciuta così tanto che non poteva più essere contenuta in un singolo CD, quindi la dividemmo in tre diverse distribuzioni (consultate la sezione 2.1, p. 7). In più:
Il 2004 vide molti cambiamenti:
I file .map adesso sono cercati soltanto in sotto directory di fonts/map (per ciascuna gerarchia texmf, lungo il percorso TEXFONTMAPS). In modo simile, i file .enc sono cercati soltanto nelle sottodirectory di font/enc, lungo il percorso ENCFONTS. updmap tenterà di avvisarvi su file che possono provocare problemi.
Per i metodi per gestire questa ed altre informazioni, visitate la pagina http://tug.org/texlive/mapenc.html.
Significa anche che è più importante che mai usare il pacchetto ifpdf (funziona sia con plain TEX, che con LATEX) o del codice equivalente, perché verificare semplicemente se \pdfoutput o qualche altra primitiva sono definiti non è un modo affidabile per determinare se si sta generando un file PDF. Per quest’anno abbiamo cercato di rendere questo aspetto compatibile con le edizioni passate al meglio delle nostra capacità, ma a partire dal prossimo anno \pdfoutput potrebbe essere definito anche se il file generato è un DVI.
Consultate il manuale di Web2C per saperne di più: texmf-dist/doc/web2c.
L’edizione del 2005 ha visto il solito enorme numero di aggiornamenti ai pacchetti ed ai programmi. L’infrastruttura è rimasta sostanzialmente invariata dal 2004, ma inevitabilmente ci sono stati comunque dei cambiamenti:
Nell’edizione 2006–2007, la nuova più grande aggiunta a TEX Live è stato il programma XeTEX, disponibile con i comandi xetex e xelatex; visitate il sito http://scripts.sil.org/xetex.
Anche MetaPost ha ricevuto un aggiornamento degno di nota, mentre altri ne sono stati pianificati per il futuro (http://tug.org/metapost/articles), così come per pdfTEX (http://tug.org/applications/pdftex).
I .fmt di TEX (formati ad alta velocità) e i file simili per MetaPost e Metafont adesso sono posizionati in sotto directory di texmf/web2c, invece che nella directory stessa (sebbene la directory sia ancora visitata durante la ricerca, a beneficio dei .fmt esisitenti). Le sotto directory sono chiamate in base al “motore” usato, come tex o pdftex o xetex. Questo cambiamento dovrebbe essere invisibile nell’uso normale.
Il programma (plain) tex non legge più le prime linee identificate da %& per determinare quale formato adoperare; è il puro TEX Knuthiano (LATEX e tutto il resto leggono ancora le linee %&).
Ovviamente anche quest’anno ha visto (i soliti) centinaia di altri aggiornamenti ai pacchetti ed ai programmi. Come sempre, visitate CTAN (http://mirror.ctan.org) per tutti gli aggiornamenti.
Internamente, i sorgenti sono ora memorizzati tramite Subversion, con un’interfaccia web standard per visitarli; il collegamento è sulla nostra pagina home. Sebbene invisibile nella distribuzione finale, ci aspettiamo che questo fornisca un fondamento stabile per lo sviluppo negli anni a venire.
Infine, nel maggio 2006 Thomas Esser ha annunciato che non avrebbe più aggiornato teTEX (http://tug.org/tetex). Come risultato, c’è stata una nascita di interesse verso TEX Live, specialmente tra i distributori di GNU/Linux (c’è un nuovo schema di installazione in TEX Live chiamato tetex, che fornisce un equivalente approssimativo). Speriamo che alla fine questo si traduca in miglioramenti per tutti all’ambiente TEX.
Nell’edizione del 2008, l’intera infrastruttura di TEX Live è stata riprogettata e reimplementata. Le informazioni complete su un’installazione sono adesso memorizzate in un file di testo puro tlpkg/texlive.tlpdb.
Tra le altre cose, ciò rende finalmente possibile aggiornare un’installazione TEX Live tramite Internet dopo l’installazione iniziale, una caratteristica che MikTEX ha offerto per anni. Ci attendiamo di aggiornare regolarmente i nuovi pacchetti così come diventano disponibili su CTAN.
Il nuovo motore LuaTEX (http://luatex.org) è ora incluso; accanto ad un nuovo livello di flessibilità nella composizione tipografica, questo fornisce un eccellente linguaggio di scripting da usare sia dentro che fuori i documenti TEX.
Il supporto tra Windows e le piattaforme basate su Unix è ora molto più uniforme. In particolare, la maggior parte degli script Perl e Lua sono ora disponibili sotto Windows tramite l’interprete Perl distribuito internamente con TEX Live.
Il nuovo script tlmgr (sezione 6) è l’interfaccia generale per amministrare TEX Live dopo l’installazione iniziale. Esso gestice l’aggiornamento dei pacchetti e la conseguente rigenerazione dei formati, dei file di mappatura e dei file delle lingue, incluse opzionalmente le aggiunte locali.
Con l’avvento di tlmgr, è ora disabilitata l’azione di modifica dei file di configurazione dei formati e delle sillabazioni operata da texconfig.
Il programma per la creazione degli indici xindy (http://xindy.sourceforge.net/) è ora incluso nella maggior parte delle piattaforme.
Lo strumento kpsewhich può ora riportare tutte le corrispondenze per un dato file (opzione –all) e limitarle ad una data sotto directory (opzione –subdir).
Il programma dvipdfmx adesso include la funzionalità di estrarre le informazioni sulla bounding box attraverso il comando extractbb; si tratta di una delle ultime caratteristiche che erano fornite da dvipdfm ma non ancora incluse in dvipdfmx.
Gli alias dei font Times-Roman, Helvetica e così via sono stati rimossi. Diversi pacchetti si aspettavano che funzionassero in modo diverso (in particolare, che avessero codifiche differenti) e non c’era un buon modo per risolverlo.
Il formato platex è stato rimosso per risolvere un conflitto di nome con un completamente diverso platex giapponese; il pacchetto polski contiene ora il principale supporto per la lingua polacca.
Internamente, i file con le riserve di stringhe di WEB sono compilati dentro gli eseguibili, per semplificare gli aggiornamenti.
Infine, in questa edizione sono stati inclusi i cambiamenti fatti da Donald Knuth nella sua “messa a punto di TEX del 2008”. Consultate http://tug.org/TUGboat/Articles/tb29-2/tb92knut.pdf.
Nell’edizione 2009, il formato di output predefinito di Lua(LA )TEX è ora il PDF per avvalersi del supporto OpenType di LuaTEX, ecc. I nuovi eseguibili chiamati dviluatex e dvilualatex eseguono LuaTEX con l’output in DVI. La pagina web di LuaTEX è http://luatex.org.
Il motore Omega e il formato Lambda originari sono stati rimossi dopo averne discusso con gli autori di Omega. Restano le versioni aggiornate Aleph e Lamed, così come le utilità di Omega.
È stata inclusa una nuova versione dei font AMS Type 1, compreso il Computer Modern: sono stati integrati alcuni cambiamenti nelle forme fatti da Knuth nei sorgenti Metafont nel corso degli anni e l’hinting è stato aggiornato. I font Euler sono stati ridisegnati a fondo da Hermann Zapf (visitate http://tug.org/TUGboat/Articles/tb29-2/tb92hagen-euler.pdf). In ogni caso, le metriche non hanno subito modifiche. La pagina dei font AMS è http://www.ams.org/tex/amsfonts.html.
Il nuovo editor GUI TEXworks è incluso per Windows così come in MacTEX. Per le altre piattaforme e per ulteriori informazioni, consultate il sito di TEXworks, http://tug.org/texworks. Si tratta di un programma multi piattaforma ispirato all’editor TeXShop per Mac OS X e che ha come obiettivo la facilità d’uso.
Il programma per la grafica Asymptote è stato incluso per diverse piattaforme. Esso implementa un linguaggio descrittivo per la grafica basato su testo vagamente simile a MetaPost, ma con un supporto avanzato al 3D ed altre caratteristiche. Il suo sito web è http://asymptote.sourceforge.net.
Il programma dvipdfm è stato sostituito da dvipdfmx, che opera in una speciale modalità di compatibilità quando viene invocato con il primo nome. dvipdfmx include il supporto per CJK (Chinese-Japanese-Korean, Cinese-Giapponese-Coreano) ed ha accumulato molte correzione negli anni trascorsi dall’ultima versione di dvipdfm. Il sito di DVIPDFMx è http://project.ktug.or.kr/dvipdfmx.
Gli eseguibili per le piattaforme cygwin e i386-netbsd sono ora inclusi, mentre siamo stati avvisati che gli utenti di OpenBSD ottengono TEX tramite il loro sistema di pacchetti, e in più c’erano difficoltà nel produrre eseguibili che avessero una qualche possibilità di funzionare su più di una versione.
Una varietà di cambiamenti più piccoli: adesso usiamo la compressione xz, il rimpiazzo stabile per lzma (http://tukaani.org/xz/); il carattere $ è ammesso nei nomi dei file quando non introduce il nome di variabile noto; la libreria Kpathsea è ora multi-thread (lo sfrutta MetaPost); l’intera compilazione di TEX Live è ora basata su Automake.
Nota finale sul passato: tutte le edizioni di TEX Live, assieme al materiale ausiliario come le etichette dei CD, sono disponibili all’indirizzo ftp://tug.org/historic/systems/texlive.
Nell’edizione 2010, la versione predefinita per l’output PDF è ora la 1.5, che consente una maggiore compressione. Questo si applica a tutti i motori TEX quando vengono usati per produrre PDF e a dvipdfmx. Caricando il pacchetto LATEX pdf14 o impostando \pdfminorversion=4, si si ritorna al PDF 1.4.
pdf(LA )TEX ora converte automaticamente un file Encapsulated Postscript (EPS) richiesto in PDF tramite il pacchetto epstopdf quando e se viene caricato il file di configurazione per LATEX graphics.cfg e viene richiesto l’output in PDF. Le opzioni predefinite sono tali da eliminare ogni possibilità che siano sovrascritti i file PDF creati a mano, ma potete del tutto evitare che epstopdf sia caricato mettendo \newcommand{\DoNotLoadEpstopdf}{} (o \def...) prima della dichiarazione \documentclass. Non viene caricato neppure se viene usato il pacchetto pst-pdf. Per maggiori dettagli, consultate la documentazione del pacchetto epstopdf (http://ctan.org/pkg/epstopdf-pkg).
Un cambiamento correlato è che adesso è abilitata per default l’esecuzione di alcuni comandi esterni a TEX, tramite la funzionalità \write18. Questi comandi sono repstopdf, makeindex, kpsewhich, bibtex e bibtex8; la lista è definita in texmf.cnf. Gli ambienti che devono disabilitare tutti questi comandi esterni possono deselezionare questa opzione nell’installatore (consultate la sezione 3.2.4), oppure rimpiazzare il valore dopo l’installazione eseguendo tlmgr conf texmf shell_escape 0.
Ancora un altro cambiamento correlato è che ora BibTeX e Makeindex si rifiutano di scrivere il proprio output in una directory arbitraria (come lo stesso TEX) per default. In questo modo diventa ora possibile consentirne l’uso tramite lo stringente \write18. Per cambiare questo, può essere impostata la variabile d’ambiente TEXMFOUTPUT oppure può essere modificata l’opzione openout_any.
XeTEX ora supporta la crenatura al margine lungo le stesse righe come pdfTEX (l’espansione dei caratteri non è supportata al momento).
Per default, tlmgr ora salva un backup di ciascun pacchetto aggiornato (tlmgr option autobackup 1), così che gli aggiornamenti con pacchetti danneggiati possano essere facilmente ripristinati con tlmgr restore. Se eseguite aggiornamenti successivi all’installazione e non avete spazio sul disco per i backup, eseguite tlmgr option autobackup 0.
Nuovi programmi inclusi: il motore pTEX e le utilità correlate per la composizione in giapponese; il programma BibTeXU per un BibTeX compatibile con Unicode; l’utilità chktex (http://baruch.ev-en.org/proj/chktex) per controllare i documenti (LA )TEX; il traduttore da DVI a SVG dvisvgm (http://dvisvgm.sourceforge.net).
Ora sono inclusi gli eseguibili per queste nuove piattaforme: amd64-freebsd, amd64-kfreebsd, i386-freebsd, i386-kfreebsd, x86_64-darwin, x86_64-solaris.
Un cambiamento in TEX Live 2009 che ci siamo dimenticati di notare: numerosi eseguibili legati a TEX4ht (http://tug.org/tex4ht) sono stati rimossi dalle directory degli eseguibili. Il programma generico mk4ht può essere usato per eseguire una qualunque tra le varie combinazioni di tex4ht.
Infine, la versione di TEX Live sul DVD TK non può più essere eseguita “live” (curiosamente). Un singolo DVD non ha più abbastanza spazio. Un effetto collaterale benefico è che l’installazione da un DVD fisico è ora molto più rapida.
Gli eseguibili per Mac OS X (universal-darwin e x86_64-darwin ora funzionano solo su Leopard e succesivi; Panther e Tiger non sono più supportati.
Il programma biber per l’elaborazione delle bibliografie è incluso per le piattaforme comuni. Il suo sviluppo è strettamente accoppiato con il pacchetto biblatex, che reimplementa completamente l’infrastruttura bibliografica fornita da LaTeX.
Il programma MetaPost (mpost) non crea né usa più i file .mem. I file necessari, come plain.mp, sono semplicemente letti ad ogni esecuzione. Questo è correlato al supporto di MetaPost come libreria, che è un’altra modifica significativa non visibile dall’utente.
L’implementazione di updmap in Perl, precedentemente usata solo su Windows, è stata rimodernata ed è ora usata su tutte le piattaforme. Non dovrebbe esserci alcun cambiamento visibile dall’utente, tranne che ora gira molto più velocemente.
I programmi initex e inimf sono stati ripristinati (ma non le altre varianti ini*).
tlmgr supporta gli aggiornamenti da archivi di rete multipli. La sezione sugli archivi multipli nel messaggio di tlmgr help ha ulteriori informazioni.
Il parametro \XeTeXdashbreakstate ha il valore predefinito di 1 sia per xetex che per xelatex. Questo permette l’interruzione delle linee dopo i trattini lunghi e medi, che è stato sempre il comportamento di TEX, LATEX, LuaTEX, ecc. I documenti XeTEX esistenti che devono mantenere la perfetta compatibilità con le interruzioni di linee, devono impostare \XeTeXdashbreakstate a 0 esplicitamente.
I file di output generati, tra gli altri, da pdftex e dvips possono ora superare i 2gb.
I 35 font standard di PostScript sono ora inclusi nell’output di dvips per default, dato che ne esistono così tante versioni differenti.
Nel modo di esecuzione ristretto \write18, impostato per default, mpost è diventato un programma ammissibile.
Un file texmf.cnf viene trovato anche in ../texmf-local, se esiste (ad esempio, /usr/local/texlive/texmf-local/web2c/texmf.cnf).
Lo script updmap legge un file updmap.cfg in ciascuna directory invece di una configurazione globale. Questo cambiamento dovrebbe essere invisibile, a meno che non abbiate modificato il vostro updmap.cfg direttamente. Il messaggio mostrato da updmap --help dà ulteriori informazioni.
Piattaforme: aggiunte armel-linux e mipsel-linux; sparc-linux e i386-netbsd non fanno più parte della distribuzione principale.
Struttura della distribuzione: la directory texmf/ è stata fusa all’interno di texmf-dist, per semplicità. Entrambe le variabili di Kpathsea TEXMFMAIN e TEXMFDIST adesso puntano a texmf-dist.
Molte piccole collezioni di lingue sono state fuse insieme, per semplificare l’instllazione.
MetaPost: sono stati aggiunti il supporto nativo per l’output in PNG e per i numeri in virgola mobile (double IEEE).
LuaTEX: aggiornato a Lua 5.2 e include una nuova libreria (pdfscanner) per processare il contenuto di pagine PDF esterne, tra le altre cose (visitate il suo sito).
XeTEX (di nuovo, visitate il sito per altri dettagli):
xdvi: ora usa FreeType al posto di t1lib per il rendering.
microtype.sty: un qualche supporto per XeTEX (protrusione) e LuaTEX (protrusione, espansione dei font, tracking), tra i vari miglioramenti.
tlmgr: nuova azione di affissione (pinning) per facilitare la configurazione di repository multipli; la relativa sezione in tlmgr --help, visibile online su http://tug.org/texlive/doc/tlmgr.html#MULTIPLE-REPOSITORIES, ne parla più approfonditamente.
Piattaforme: armhf-linux, mips-irix, i386-netbsd e amd64-netbsd aggiunte o resuscitate; powerpc-aix rimossa.
Il 2014 ha visto un altro aggiustamento a TEX da Knuth; questo ha toccato tutti i motori, ma l’unico cambiamento visibile è probabilmente il ripristino della stringa preloaded format nella linea di intestazione. Dal punto di vista di Knuth, questo riflette il formato che dovrebbe essere caricato di default, piuttosto che un formato che è precaricato nei binary; può essere sostituito in vari modi.
pdfTEX: nuovo parametro per la soppressione dei warning \pdfsuppresswarningpagegroup; nuove primitive per falsi spazi tra parole per aiutare con il riflusso del testo PDF: \pdfinterwordspaceon, \pdfinterwordspaceoff, \pdffakespace.
LuaTEX: sono stati fatti notevoli cambi e correzioni al caricamento dei font e alla sillabazione. L’aggiunta più grande è una nuova variante del motore, luajittex (http://foundry.supelec.fr/projects/luajittex) e i suoi fratelli texluajit e texluajitc. Questo motore usa un compilatore Lua just-in-time (l’articolo dettagliato su TUGboat all’indirizzo http://tug.org/TUGboat/tb34-1/tb106scarso.pdf). luajittex è ancora in fase di sviluppo, non è disponibile su tute le piattaforme ed è notevolmente meno stabile di luatex. Né noi né i suoi sviluppatori lo raccomandano eccetto che per lo scopo di sperimentare con la compilazione jit del codice Lua.
XeTEX: gli stessi formati di immagini sono ora supportati su tutte le piattaforme (incluso il Mac); evita il fallback di decomposizione di compatibilità di Unicode (ma non altre varianti); preferisce i font OpenType ai Graphite, per compatibilità con le versioni precedenti di XeTEX.
MetaPost: un nuovo sistema di numerazione decimal è supportato, insieme ad un compagno ad uso interno numberprecision; una nuova definizione di drawdot in plain.mp, come da Knuth; correzioni di bug nell’output in SVG e PNG, tra le altre cose.
L’utilità ConTEXt pstopdf sarà rimossa come comando a sé stante ad un certo punto dopo questa versione, a causa dei conflitti con le utilità del sistema operativo con lo stesso nome. Può essere ancora (e tuttora) invocato con mtxrun –script pstopdf.
psutils è stato notevolmente revisionato da un nuovo mantenitore. Come risultato, molte utilità usate raramente (fix*, getafm, psmerge, showchar) ora si trovano solo nella diretory scripts/ invece che essere eseguibili accessibili direttamente (si può tornare indietro, se si rivela problematico). Un nuovo script, psjoin, è stato aggiunto.
La distribuzione MacTEX di TEX Live (sezione 3.1.2) non include più i pacchetti opzionali solo per Mac dei font Latin Modern e TEX Gyre, dato che è abbastanza semplice per gli utenti renderli disponibili al sitema. Anche il programma convert da Imagemagick è stato rimosso, dato che TEX4ht (nello specifico tex4ht.env) ora usa Ghostscript direttamente.
La collezione langcjk per il supporto al cinese, giapponese e coreano è stata suddivisa in collezioni per le singole lingue per avere dimensioni più piccole.
Piattaforme: x86_64-cygwin aggiunta, mips-irix rimossa; Microsoft ha cessato il supporto di Windows XP, quindi i nostri programmi potrebbero iniziare a funzionare male su quel sistema in qualunque momento.
LaTeX2e ora incorpora, per default, i cambiamenti precedentemente inclusi solo caricando esplicitamente il pacchetto fixltx2e, che ora non fa nulla. Un nuovo pacchetto latexrelease ed altri meccanismi permettono di controllare ciò che viene fatto. I documenti inclusi LATEX News #22 e “LATEX changes” contengono i dettagli. Incidentalmente, i pacchetti babel e psnfss, nonostante siano parti centrali di LATEX, sono mantenuti separatamente e non sono toccati da questi cambiamenti (e dovrebbero ancora funzionare).
Internamente, LaTeX2e ora include una configurazione del motore relativa a Unicode (quali caratteri sono lettere, nome delle primitive, ecc.) che prima erano parte di TEX Live. Questo cambiamento dovrebbe essere invisibile agli utenti; alcune sequenze di controllo interne sono state rinominate o rimosse, ma il comportamento dovrebbe essere lo stesso.
pdfTEX: supporto per gli Exif nei JPEG e per i JFIF; non emette più un warning se \pdfinclusionerrorlevel è negativo; sincronizzazione con xpdf 3.04.
LuaTEX: nuova libreria newtokenlib per la scansione dei token; correzione di errori nel generatore di numeri casuali normal e in altri posti.
XeTEX: corretta la gestione delle immagini; l’eseguibile xdvipdfmx viene cercato per primo da xetex; cambiato l’opcode interno XDV.
MetaPost: nuovo sistema di numerazione binary; nuovi programmi per il giapponese upmpost e updvitomp, analogamentea up*tex.
MacTEX: aggiornamenti al pacchetto Ghostscript per il supporto a CJK. Il Pannello delle Preferenze della Distribuzione TEX ora funziona in Yosemite (Mac OS X 10.10). I resource fork dei font (di solito senza un’estensione) non sono più supportati da XeTEX; i data fork (.dfont) restano supportati.
Infrastruttura: lo script fmtutil è stato reimplementato per leggere i fmtutil.cnf rispettando gli alberi, analogamente a updmap. Gli script Web2c mktex* (inclusi mktexlsr, mktextfm, mktexpk) ora preferiscono i programmi nelle loro directory, invece di usare sempre il PATH esistente.
Piattaforme: *-kfreebsd rimossa, dato che TEX Live è ora facilmente disponibile tramite il meccanismo di pacchetti del sistema. Il supporto per alcune piattaforme aggiuntive è disponibile come eseguibili personalizzati (http://tug.org/texlive/custom-bin.html). In più, alcune piattaforme adesso sono omesse dal DVD (semplicemente per risparmiare spazio), ma possono essere installate normalmente via internet.
TEX Live non è perfetto! (e mai lo sarà). Intendiamo di continuare a fornire nuove versione e vorremmo fornire ulteriore materiale d’aiuto, più programmi di utilità, più programmi di installazione e (ovviamente) un ancor più migliorato e meglio controllato insieme di macro e font. Questo lavoro è fatto completamente da volontari sovraccaricati nel loro limitato tempo libero e quindi c’è sempre molto da fare. Visita il sito http://tug.org/texlive/contribute.html.
Potete inviare correzioni, suggerimenti e offerte d’aiuto a:
Buon lavoro con TEX!